Il Jazz nei luoghi del Sacro, si amplia e mette radici il festival ideato da Carlo Michini

Il chitarrista e compositore Rino De Patre. Ph. Concerti delle Abbazie

Musica classica e jazz nei chiostri, nelle abbazie, sui sagrati delle chiese e nei giardini storici, in ambienti silenziosi e solenni di cui si percepisce il genius loci, dove emozionarsi al virtuosismo degli esecutori, talvolta anche per un rintocco imprevisto di campane. Come a Convento, alcune sere fa, mossi dai brani di Sound of the Rainbow, l’ultimo lavoro del chitarrista e compositore abruzzese Rino De Patre, che si è esibito in trio con Bruno Marcozzi e Marcello Manuli.

Si sono succeduti, nel festival Concerti delle Abbazie, per tutta l’estate, decine di eventi d’eccezione. Prima gli appuntamenti di Abbazie Classica, a Cellino Attanasio, con La rivoluzione del Tango, dedicato ad Astor Piazzolla ed eseguito da Dario Flammini al bandoneon, Mauro De Federicis alla chitarra, Antonio Scolletta al violino, Roberto Della Vecchia al contrabbasso e lo stesso Michini al pianoforte; quindi un recital pianistico del giovane Marco Procacci e Somebody to love, sulle musiche dei Queen, con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese, gli arrangiamenti e la direzione del Maestro Roberto Molinelli.

Abbazie Jazz Festival ha ampliato l’itinerario e differenziato il tenore tradizionale della manifestazione, portando Mario Venuti a Castelbasso, con il suo nuovo Tropitalia Tour, in cui ha interpretato con inediti arrangiamenti di latin, samba e bossanova i successi dei cantautori italiani. Luca Di Luzio ha presentato il suo Globetrotter project all’abbazia di San Giovanni ad Insulam, Toni Pancella nel giardino del convento di Cellino Attanasio ha riunito la nuova formazione Five for Monk, esplorando in chiave contemporanea brani del celebre compositore americano Thelonious Monk. Il Paul Wertico Trio si è esibito al Giardino del Castellano a Canzano in  Letters from Rome, Kirk Lightsey & Piero Odorici Quartet  hanno suonato all’anfiteatro dell’Abbazia di Ronzano, il Daniele Falasca Quartet sul sagrato della Chiesa SS. Annunziata di Montepagano, John Patitucci con Rogerio Boccato e Yotam Silberstein si sono esibiti nel borgo di Montone, nell’ambito del festival Tra il sole e la luna.

Ancora a Castelbasso, con grande successo di pubblico, sono passati i celebri Yellow Jackets, mentre Danilo Di Paolonicola con il suo Ethnic Project si è esibito all’Abbazia di Propezzano. A Pineto è stata apprezzata l’inedita Euphonia Suite di Eugenio Finardi, come pure il concerto del Noborder Trio alla suggestiva Chiesa Russicum di Roseto, che ha presentato una composizione originale di Massimiliano Coclite, Prelude to a kiss di Duke Ellington, per pianoforte, clarinetto e violoncello. Mauro De Federicis, infine, ha eseguito Turn the Page all’auditorium di Mutignano.

Da destra il direttore artistico Carlo Michini e il pianista Marco Procacci

Si è detto soddisfatto Carlo Michini, “Per la programmazione, che è frutto di un lungo lavoro con interlocutori di settore, ma soprattutto perché pian piano si realizza il progetto originario di un festival di comunità, itinerante, partecipato e condiviso”. Fin dagli inizi, infatti, la manifestazione ha tentato di collegare l’esperienza musicale con la promozione dei territori, facendo dei concerti un polo di attrazione per la conoscenza e la valorizzazione delle identità culturali e materiali locali.

Concerti delle abbazie ha incominciato il suo promettente cammino sei anni fa, dal borgo di Canzano, dove Michini è nato, con l’associazione culturale Luzmek, in collaborazione con l’associazione di promozione territoriale Itaca, con Mauro Vanni come project manager e la direzione artistica dello stesso Michini, il quale, da eccellente pianista qual è, è stato anche recentemente impegnato ad Atri nello spettacolo – tributo di Cecilia Herrera a Milva e al tango di Astor Piazzolla.  Il progetto era quello di portare le migliori energie musicali nella Valle delle Abbazie, il distretto ambientale e turistico – culturale che ricomprende le architetture sacre più suggestive e ben conservate che si incontrano lungo il corso del fiume Vomano, ma anche di promuovere i giovani talentuosi musicisti provenienti dai conservatori abruzzesi, resi protagonisti, anche quest’anno, delle Opening dei concerti.

Di festival in festival – la sesta edizione sta per concludersi il 24 settembre al Teatro Comunale di Teramo con il recital del grande pianista Danilo Rea – il perimetro della manifestazione si è venuto ampliando, aggiungendo borghi e città ma anche nuove prospettive e feconde collaborazioni, a cominciare dalla possibilità di attingere alle risorse del Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS), connotandosi e inserendosi nell’offerta nazionale come Festival jazz d’Abruzzo.

Nuovi partenariati culturali sono stati avviati con la Fondazione Malvina Menegaz per le arti e le culture di Castelbasso che dal 2001 propone il prestigioso e noto festival, e la Fondazione Cingoli di Roseto degli Abruzzi, che persegue obiettivi di promozione dell’arte e dei giovani artisti.

Da registrare, sul piano organizzativo, oltre al supporto dei comuni e degli Enti regionali, l’inedita collaborazione con il GAL Terreverdi Teramane, che ha sostenuto l’impegno per la valorizzazione territoriale, veicolando l’attrattività paesaggistica e le culture materiali dei luoghi attraversati dal festival,  tramite la messa a punto di percorsi per esperienze di visita e degustazione di prodotti tipici che si integrano con l’esperienza dei concerti e delle loro eccezionali ambientazioni. Un connubio, questo, sviluppato anche nel format Abbazie Jazz Club, che ha coinvolto diverse realtà della migliore enogastronomia locale.

Mentre si amplia e mette radici, consolidando l’aspirazione alla musica come risposta al bisogno di cultura delle comunità, in borghi che, pur pregni di storia e ricchi di tesori d’arte, stanno ai margini dei percorsi turistici ufficiali, il festival mantiene intatta la sua stoffa originaria, fatta di relazioni, autenticità, passione ed artigianalità.

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